lunedì 12 marzo 2012

Origini del pensiero criminologico

Criminologia si propone di spiegare le cause del crimine.

I primi approcci sono il naturalistico (fenici, greci e poi romani che dice che il crimine è dovuto ad oggetti ed eventi del mondo naturale) e lo spirituale (crimine è il risultato di eventi soprannaturali).

La pena è quindi una reazione immediata dell’istinto di conservazione. Nel Medioevo il crimine è un affar privato e la vittima o la famiglia ottengono giustizia con un danno uguale o maggiore (faida Calabria e Sardegna).

Fino al XVI e XVII sec. i criminali sono ritenuti posseduti dal demonio.

Dal 1700 si hanno le teorie criminologiche, ma la nascita della scienza del crimine moderno è da attribuirsi a Cesare Beccaria e poi Jeremy Bentham che vanno considerati i fondatori della Scuola Classica di diritto penale e criminale.

Anticipatore della criminologia è
Giambattista della Porta che sottopose molti criminali a rilevazioni antropometriche alla ricerca di quello che Lombroso chiamerà "il criminale per natura".

Con Cesare Beccaria siamo in pieno Illuminismo, tutti si appellano alla legge naturale. La legge è l’unico mezzo che ha l’uomo per godere dei suoi diritti e delle sue libertà.

Beccaria scrive "Dei delitti e delle pene" nel 1764 e fonda un nuovo sistema penale.

Punti chiave: giuria deve essere sorteggiata (meglio l’ignoranza che il pregiudizio), i testimoni devono essere credibili, un indizio isolato non può condannare l’imputato, le leggi devono essere chiare, semplici, non ci deve essere ignoranza, il carcere ha funzione di custodia non di pena in se stessa, la pena deve essere minima rispetto alle circostanze, la pena deve essere anche nota, le torture e la pena di morte sono inutili. Deterrente del crimine non è l’intensità della pena ma la sua durata. La sua opera si ritrova alla base dei Codici moderni europei.

Jeremy Bentham
è filosofo e giurista inglese. La sua teoria è detta dell’utilitarismo: massima felicità per il maggior numero di persone. Il criminale agisce così perché il piacere anticipato del reato è maggiore alla sofferenza che ne può derivare.

A lui si deve il Panopticon, carcere circolare senza catena con cella aperte e struttura di controllo centrale dove i detenuti lavorano. Sua anche la proposta di rendiconti periodici sui criminali.

La pena non deve essere inflitta per vendetta ma per ridurre il crimine, come deterrente.
La Scuola Classica si diffonde nel XIX sec. Massimo esponente è Francesco Carrara. La pena ha un carattere etico-retributivo. Deve essere commisurata al danno arrecato. Il reato va considerato come entità di diritto. Propone il sistema tariffario: la pena è caratterizzata da afflittività, proporzionalità, determinatezza e inderogabilità. Concetto del giusto processo e della punizione giustamente meritata.

Tra i precursori della Scuola Positiva vanno considerate innanzitutto la
Scuola di Lione e la Scuola Frenologica. La prima nasce in Francia con il medico Lacassegne che associa i punti di vista biologici con quelli sociologici. Ad essa appartiene anche il tedesco von Liszt. Il reato va considerato su base deterministica.

La frenologia ha come esponenti Broca, Lavater, Spurzheim, Gall (localizzazioni cerebrali).

Ancora tra i precursori c'è la Scuola Statistica, lo studio del delitto come fenomeno sociale (indagine quantitativa). Importante è Quetelet che nel 1835 scrive l’opera che è da considerare fondante la criminologia. Parte dall’idea che la teoria della probabilità debba essere applicata anche alle scienze sociali che sono anch’esse sottoposte a leggi. Importante anche Guerry che utilizza la tecnica cartografica ed è da intendersi come precursore della Scuola di Chicago.

La Scuola Positiva si inquadra nel positivismo. Gli essere umani fanno parte del regno animale e come gli animali sono influenzati da fattori culturali, sociali, biologici.

Esponente importante è Cesare Lombroso (seconda metà dell’800 la sua produzione) che considera i fatti come cose (v. Durkheim). Egli descrive il delinquente nato sulla base dell’osservazione e della anatomia (la cresta del verme). La sua teoria è detta dell’atavismo poiché il delinquente nato ha la configurazione di una persona più antica nella scala evolutiva. Tra gli scritti ci sono Genio e follia, L’uomo delinquente, La donna delinquente, la prostituta e la donna normale. Fa il medico per il Corpo sanitario militare e lì sviluppa le sue teorie che sono oggi scientificamente non sostenibili anche se si salva lo studio della criminalità con il metodo dell’osservazione scientifica.

Enrico Ferri
scrive Sociologia criminale, nega il libero arbitrio è pieno esponente delle teorie del positivismo e dà una prima sistemazione scientifica della sociologia criminale: scienza sintetica che ha per oggetto di studio il delinquente, classifica i delinquenti in:

del nato, pazzo, abituale, occasionale e passionale. La società si deve difendere dal delitto con il diritto, alla pena-espiazione si sostituisce la pena-difesa che diventa provvedimento di rieducazione sociale. Parte delle sue teorie trovano spazio nel Codice Penale del 1930 tuttora vigente.

Raffaele Garofalo va ricordato perché è il primo a denominare criminologia la disciplina che studia i reati, i rei e i messi difensivi contro di essi e poi per la definizione obiettiva ed extragiuridica del crimine.

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