mercoledì 16 gennaio 2013

Caratteristiche delle ferite d'arma da fuoco a proiettile singolo

Caratteristiche delle ferite d'arma da fuoco a proiettile singolo :
a parte i casi in cui il proiettile non possiede forza viva sufficiente per perforare la cute e produce solo lividi semplici od escoriate, si formano soluzioni di continuo dei tessuti che possono essere distinte in :

- ferite penetranti
-- a fondo cieco
-- trapassanti o trasfosse
-- a setone

- ferite non penetranti
-- a doccia o semicanale

Le ferite penetranti possono essere a fondo cieco, trapassanti o a setone. Nel primi caso si osservano un foro d'entrata ed un tramite incompleto, con ritenzione del proiettile.
Nel secondo caso la ferita è costituita da un foro d'entrata, un tramitte completo e da un foro d'uscita.
Le ferite a setone fanno anch'esse rilevare un foro d'entrata , un corto tramite ed un foro d'uscita, ma si distinguono delle altre per il fatto che il tramite è costituito in genere da un breve percorso che il proiettile scava nel tessuto sottocutaneo.
Le ferite a doccia o a semicanale si producono allorchè i proiettili colpiscono la cute, in genere in corrispondenza di una superficie curva, "di striscio", scavando una sorta di canale senza penetrare al di sotto dei tegumenti.

martedì 17 luglio 2012

Unità di analisi del crimine violento

L'Unità ha il compito di supportare gli organismi investigativi e l'Autorità Giudiziaria attraverso un'attività di studio, analisi ed elaborazione di tutte le informazioni disponibili nel caso di:

omicidi senza apparente movente e/o di particolare efferatezza;

omicidi e violenze sessuali riconducibili ad un unico autore;

rapine in ambiente videocontrollato.

Il percorso metodologico seguito dall'UACV nella trattazione di un caso è stabilito con molto rigore e passa attraverso quattro momenti fondamentali, strettamente collegati tra loro, ai quali corrispondono altrettanti settori di competenza denominati:

Esame della Scena del Crimine
Analisi della Scena del Crimine
Analisi delle Informazioni
Analisi del Comportamento
Ad ogni settore corrisponde uno specifico laboratorio dell'UACV, come il Laboratorio di Supporto Videodocumentale.

giovedì 5 luglio 2012

Criminalistica

Mantovani, nel 1979, ha definito la Criminalistica come “quella particolare tecnica dell’investigazione criminale che studia il complesso dei mezzi, suggeriti dalle varie scienze, per l’accertamento del reato e la scoperta dell’autore ed alla quale appartiene una massa di nozioni di medicina legale, di dattiloscopia, di antropometria, di balistica giudiziaria, di grafometria, di tossicologia forense …..“ in essa, dunque, confluiscono scienze e discipline, autonome ed indipendenti l’una dall’altra, con un comune oggetto di indagine rappresentato dalla scoperta del reato, dell’autore e spesso anche alla individuazione della vittima”.

Con questa premessa ci occuperemo di CRIMINALISTICA che in questa sede sarà considerata e trattata come una scienza, anzi meglio come un corpo dottrinale con nozioni su più campi scientifici, non ancora autonoma, né unitaria, interdisciplinare, ma non multidisciplinare, poiché se è vero che riguarda contemporaneamente più discipline scientifiche, esse sono connesse ed affini tra loro tanto e, necessariamente, da intersecarsi.
La fusione di metodi e tecniche di tali discipline, l’utilizzo di moderni, sofisticati strumenti e procedure, costituiscono quello insieme, mai statico, che definiremo CRIMINALISTICA, in altre parole lo studio delle tracce del delitto, dunque il risalire attraverso queste alla qualificazione del reato ed all’identificazione del reo.

- Trae la sua origine dalla Medicina Legale e dall’Antropologia Criminale, ha avuto il suo definitivo avvio solo negli ultimi quindici anni, con il progresso delle scienze applicate e con l’approvazione e introduzione del nuovo C.P.P. nel 1989, ma nonostante la sua sempre più capillare e puntuale applicazione, l’enorme e recente popolarità dovuta anche ad una certa spettacolarizzazione, si vedano a tal proposito le numerose serie televisive, cinematografiche, nazionali ed estere, ormai con un’eco planetaria, non è ancora possibile parlare di una disciplina autonoma.
- La distingueremo tra biologica e non biologica e, poiché la sua attività più importante è il repertamento, schematicamente, possiamo affermare che essa dall’esame della tipologia del reato può arrivare a definire la tipologia del reo; parallelamente è possibile passare, configurando il diritto penale del reato ad individuare quello dell’autore.

Più che mai possiamo affermare che nella criminalistica l’investigatore cerca il vero, tralasciando ciò che può essere il giusto e, le due operazioni ovvero l’investigazione e la ricerca della prova, sono distinte; gli oggetti, le cose, in una scena del crimine, sono astrattamente da considerare tutti corpi di reato, ma, naturalmente, lo scopo o la finalità con le quali sono stati usati attribuiscono loro questa, definiamola, qualità. Così, possiamo sinteticamente affermare che gli oggetti e le finalità con le quali sono usati creano la Criminalistica.
Dunque dal fatto commesso scaturiscono due processi logici:
--  Quello destinato a risalire all’autore;
 -- Quello destinato alla ricerca dei fatti da attribuire all’autore.

Approccio Giudirico

APPROCCIO GIURIDICO
Trova la sua massima espressione nella Scuola Classica che s’inserisce in un contesto storico e sociale di grandi cambiamenti, infatti, il XVIII secolo, che vide il tramonto della vecchia aristocrazia, l’affacciarsi di una nuova borghesia prepotentemente alla ribalta della rivoluzione industriale, fu carico di tali e tanti mutamenti che portarono al prevalere d’idee riformatrici produttrici di profondi mutamenti nel sistema giudiziario. Polo d’interesse: la dignità umana.

Massimo esponente di tale scuola fu l’italiano Cesare BECCARIA (1738 - 1794) che, con l’inglese Jeremy BENTHAN (1748 - 1832), “proponeva di basare leggi e amministrazione giudiziaria sulla razionalità e sui diritti umani; due criteri, all’epoca, non applicati”. L’essere umano, persona razionale, in grado di portare avanti libere scelte, doveva essere trattato nel rispetto dei diritti civili ed essere sottoposto al “due process of law”, che in inglese significa un’azione giudiziaria conforme alla legge, tale da escludere l’arbitrarietà dei giudici. Secondo la scuola classica la deterrenza serve solo a giustificare la pena. Gli elementi essenziali sono: la celerità (rapidità di applicazione della punizione), certezza (della pena ogni volta che un reato viene commesso), severità (quantità della pena da infliggere).
Le teorie sul crimine e la criminalità sono quindi complesse osservazioni empiriche e logiche.
Naturalmente la teoria è parte della vita quotidiana, ognuno di noi presta ricorso alle teorie che possono essere semplici o complesse (a seconda dei fenomeni osservati), concrete o astratte. Si tratta, comunque, di generalizzazioni che provengono dalla conoscenza empirica o da esperienze, intuizioni, senso comune, conoscenza scientifica. Hanno criteri di validazione sia quantitativi (sistemi di verifica attraverso misurazioni) che qualitativi, basati sulla coerenza logica, sulla capacità di dare senso a posizioni divergenti, di sensibilizzazione  e, in ultimo, sulla notorietà (più è nota una teoria più è una buona).

Teorie Funzionalistiche

Teorie funzionalistiche

Tra queste:
Teoria dell’Anomia - 1897 - E. Durkeim, ovvero assenza di regole sociali, quindi la “devianza è un  prodotto della struttura e delle condizioni sociali”

Scuola di Chicago (dal 1892 fino a tutti gli anni 30) - Prende il nome dall’Università di Chicago  dove  nel 1892 venne fondato il primo dipartimento di sociologia che nei successivi cinquanta anni fu il polo di riferimento sociologico, per l’intera America. La scuola si occupò in particolare “dello sviluppo e del cambiamento del comportamento umano indotto dall’ambiente fisico e sociale” considerando gli “individui come creature complesse … e la comunità come il principale elemento d’influenza sul comportamento dei singoli” (Devianza e Criminalità ..).

Teoria dello struttural-funzionalismo - R.K. Merton, T. Parson, K. Davis - il comportamento delinquenziale è frutto del distacco dai valori socialmente condivisi e della rottura di equilibri predefiniti. Merton, in particolare, attribuisce il comportamento deviante allo “svantaggio” nella corsa al successo di alcuni gruppi sociali rispetto ad altri.

Teoria dell’associazione differenziale - nata intorno agli anni 40 è frutto delle intuizioni di Edwin Sutherland, secondo cui “il comportamento criminale si apprende in un certo ambiente sociale attraverso la comunicazione fra persone strettamente legate fra loro”.

Teorie sottoculturali
Queste teorie, come la stragrande maggioranza di quelle dell’epoca (anni 50 - 60) pongono in relazione classi sociali e criminalità, i valori opposti delle classi medie, soprattutto riferiti alle bande giovanili delinquenziali. I maggiori esponenti sono: Cohen, Cloward e Ohlin, Miller, Wolfgang e Ferracuti.

Teorie dell’etichettamento
Ha come punto di partenza l’interazionismo simbolico per il quale “la mente e il sé non sono elementi innati, bensì costruiti dall’ambiente sociale; è attraverso il processo comunicativo, o di simbolizzazione, che gli individui arrivano a definire se stessi e gli altri … definiamo la nostra identità riflettendoci negli altri” (Mead - 1934) e descrive la causa della devianza nella società stessa che qualifica, ETICHETTA, come deviante chi compie determinate azioni -  H.S. Becher, E.M. Lemert, J.I.Kitsuse, E. Goffman

Teorie del controllo sociale
Per questa teoria le cause della criminalità e della delinquenza sono variabili di tipo sociologico, struttura familiare, istruzione, gruppo dei pari. Sono definite anche Teorie della socializzazione poiché la socializzazione è la forma di controllo più importante che si possa esercitare … viene insegnato un modo giusto di fare le cose, sia dalla famiglia sia dalla scuola. Hirschi – Sike - Matza

Psicologia Criminale


Essa s’inserisce nel campo, più ampio della Psicologia della personalità, alla quale fornisce un particolare contributo intersecandosi con gli aspetti psichiatrici ed antropologici.

Come per la psicologia in generale, la psicologia della personalità ha tre livelli di caratterizzazione:

1.TEMPERAMENTO che “ …….. consiste nelle differenze individuali a base biologica rilevabili nel comportamento, che compaiono molto precocemente, sono relativamente stabili nel corso del tempo e in situazioni (sociali) diverse” (Bates, 1988). Riguarda gli aspetti formali della condotta (energico, sensibile, calmo).

2.CARATTERE si forma precocemente   e si sviluppa nel tempo subendo l’influenza dei genitori e dell’ambiente. E’divenuto sinonimo delle qualità personali che rappresentano l’aderenza dell’individuo ai valori e alle norme della società. Quando si parla di carattere … si sta probabilmente applicando uno standard morale nel giudicare il comportamento. Riguarda le dimensioni morali della condotta (bugiardo, avaro, adulatore).

3.PERSONALITA’ può essere definita come l’insieme complesso delle caratteristiche psicologiche, in gran parte non coscienti e non facilmente modificabili, che si esprimono automaticamente in ogni aspetto comportamentale della persona e sono perciò pervasive. Nella personalità sono ricompresi i tratti del temperamento e del carattere permeati da una matrice complessa di predisposizioni biologiche, dalle influenze ambientali e dalle competenze culturali acquisite, formando il “profilo” dell’individuo, la sue capacità di percepire, sentire, pensare, affrontare e risolvere i problemi (COMPORTAMENTO). Riguarda gli aspetti sociali della condotta (loquace, diligente, generoso).

domenica 1 luglio 2012

Scienze Criminali

Le scienze criminali sono un complesso di discipline tra loro ristinte ed autonome aventi in comune l'oggetto : la criminalità. Le scienze criminali sono :

- Criminologia : scienza interdisciplinare finalizzata a conoscere e ad analizzare il fenomeno delittuoso ed a cercarne la causa.

Essa si divide a sua volta in :
a) criminologia etologica ( antropologia criminale, psicologia criminale, biologia criminale e vittimologia)

b) sociologia criminale; si occupa del modo di spiegare la criminalità ponendo l'attenzione sulle strutture sociali

c) criminologia clinica ; seguire e capire l'individuo per capire cosa lo ha portato a compiere quel determinato atto dannoso per se e per la società

d) crimonologia critica ; si pone il problema della validità delle nostre definizioni cruciali, dei meccanismi e dei processi criminali, dei meccanismi e finalità dei controlli sociali. (la criminologia si domanda sulla validità)