martedì 17 luglio 2012

Unità di analisi del crimine violento

L'Unità ha il compito di supportare gli organismi investigativi e l'Autorità Giudiziaria attraverso un'attività di studio, analisi ed elaborazione di tutte le informazioni disponibili nel caso di:

omicidi senza apparente movente e/o di particolare efferatezza;

omicidi e violenze sessuali riconducibili ad un unico autore;

rapine in ambiente videocontrollato.

Il percorso metodologico seguito dall'UACV nella trattazione di un caso è stabilito con molto rigore e passa attraverso quattro momenti fondamentali, strettamente collegati tra loro, ai quali corrispondono altrettanti settori di competenza denominati:

Esame della Scena del Crimine
Analisi della Scena del Crimine
Analisi delle Informazioni
Analisi del Comportamento
Ad ogni settore corrisponde uno specifico laboratorio dell'UACV, come il Laboratorio di Supporto Videodocumentale.

giovedì 5 luglio 2012

Criminalistica

Mantovani, nel 1979, ha definito la Criminalistica come “quella particolare tecnica dell’investigazione criminale che studia il complesso dei mezzi, suggeriti dalle varie scienze, per l’accertamento del reato e la scoperta dell’autore ed alla quale appartiene una massa di nozioni di medicina legale, di dattiloscopia, di antropometria, di balistica giudiziaria, di grafometria, di tossicologia forense …..“ in essa, dunque, confluiscono scienze e discipline, autonome ed indipendenti l’una dall’altra, con un comune oggetto di indagine rappresentato dalla scoperta del reato, dell’autore e spesso anche alla individuazione della vittima”.

Con questa premessa ci occuperemo di CRIMINALISTICA che in questa sede sarà considerata e trattata come una scienza, anzi meglio come un corpo dottrinale con nozioni su più campi scientifici, non ancora autonoma, né unitaria, interdisciplinare, ma non multidisciplinare, poiché se è vero che riguarda contemporaneamente più discipline scientifiche, esse sono connesse ed affini tra loro tanto e, necessariamente, da intersecarsi.
La fusione di metodi e tecniche di tali discipline, l’utilizzo di moderni, sofisticati strumenti e procedure, costituiscono quello insieme, mai statico, che definiremo CRIMINALISTICA, in altre parole lo studio delle tracce del delitto, dunque il risalire attraverso queste alla qualificazione del reato ed all’identificazione del reo.

- Trae la sua origine dalla Medicina Legale e dall’Antropologia Criminale, ha avuto il suo definitivo avvio solo negli ultimi quindici anni, con il progresso delle scienze applicate e con l’approvazione e introduzione del nuovo C.P.P. nel 1989, ma nonostante la sua sempre più capillare e puntuale applicazione, l’enorme e recente popolarità dovuta anche ad una certa spettacolarizzazione, si vedano a tal proposito le numerose serie televisive, cinematografiche, nazionali ed estere, ormai con un’eco planetaria, non è ancora possibile parlare di una disciplina autonoma.
- La distingueremo tra biologica e non biologica e, poiché la sua attività più importante è il repertamento, schematicamente, possiamo affermare che essa dall’esame della tipologia del reato può arrivare a definire la tipologia del reo; parallelamente è possibile passare, configurando il diritto penale del reato ad individuare quello dell’autore.

Più che mai possiamo affermare che nella criminalistica l’investigatore cerca il vero, tralasciando ciò che può essere il giusto e, le due operazioni ovvero l’investigazione e la ricerca della prova, sono distinte; gli oggetti, le cose, in una scena del crimine, sono astrattamente da considerare tutti corpi di reato, ma, naturalmente, lo scopo o la finalità con le quali sono stati usati attribuiscono loro questa, definiamola, qualità. Così, possiamo sinteticamente affermare che gli oggetti e le finalità con le quali sono usati creano la Criminalistica.
Dunque dal fatto commesso scaturiscono due processi logici:
--  Quello destinato a risalire all’autore;
 -- Quello destinato alla ricerca dei fatti da attribuire all’autore.

Approccio Giudirico

APPROCCIO GIURIDICO
Trova la sua massima espressione nella Scuola Classica che s’inserisce in un contesto storico e sociale di grandi cambiamenti, infatti, il XVIII secolo, che vide il tramonto della vecchia aristocrazia, l’affacciarsi di una nuova borghesia prepotentemente alla ribalta della rivoluzione industriale, fu carico di tali e tanti mutamenti che portarono al prevalere d’idee riformatrici produttrici di profondi mutamenti nel sistema giudiziario. Polo d’interesse: la dignità umana.

Massimo esponente di tale scuola fu l’italiano Cesare BECCARIA (1738 - 1794) che, con l’inglese Jeremy BENTHAN (1748 - 1832), “proponeva di basare leggi e amministrazione giudiziaria sulla razionalità e sui diritti umani; due criteri, all’epoca, non applicati”. L’essere umano, persona razionale, in grado di portare avanti libere scelte, doveva essere trattato nel rispetto dei diritti civili ed essere sottoposto al “due process of law”, che in inglese significa un’azione giudiziaria conforme alla legge, tale da escludere l’arbitrarietà dei giudici. Secondo la scuola classica la deterrenza serve solo a giustificare la pena. Gli elementi essenziali sono: la celerità (rapidità di applicazione della punizione), certezza (della pena ogni volta che un reato viene commesso), severità (quantità della pena da infliggere).
Le teorie sul crimine e la criminalità sono quindi complesse osservazioni empiriche e logiche.
Naturalmente la teoria è parte della vita quotidiana, ognuno di noi presta ricorso alle teorie che possono essere semplici o complesse (a seconda dei fenomeni osservati), concrete o astratte. Si tratta, comunque, di generalizzazioni che provengono dalla conoscenza empirica o da esperienze, intuizioni, senso comune, conoscenza scientifica. Hanno criteri di validazione sia quantitativi (sistemi di verifica attraverso misurazioni) che qualitativi, basati sulla coerenza logica, sulla capacità di dare senso a posizioni divergenti, di sensibilizzazione  e, in ultimo, sulla notorietà (più è nota una teoria più è una buona).

Teorie Funzionalistiche

Teorie funzionalistiche

Tra queste:
Teoria dell’Anomia - 1897 - E. Durkeim, ovvero assenza di regole sociali, quindi la “devianza è un  prodotto della struttura e delle condizioni sociali”

Scuola di Chicago (dal 1892 fino a tutti gli anni 30) - Prende il nome dall’Università di Chicago  dove  nel 1892 venne fondato il primo dipartimento di sociologia che nei successivi cinquanta anni fu il polo di riferimento sociologico, per l’intera America. La scuola si occupò in particolare “dello sviluppo e del cambiamento del comportamento umano indotto dall’ambiente fisico e sociale” considerando gli “individui come creature complesse … e la comunità come il principale elemento d’influenza sul comportamento dei singoli” (Devianza e Criminalità ..).

Teoria dello struttural-funzionalismo - R.K. Merton, T. Parson, K. Davis - il comportamento delinquenziale è frutto del distacco dai valori socialmente condivisi e della rottura di equilibri predefiniti. Merton, in particolare, attribuisce il comportamento deviante allo “svantaggio” nella corsa al successo di alcuni gruppi sociali rispetto ad altri.

Teoria dell’associazione differenziale - nata intorno agli anni 40 è frutto delle intuizioni di Edwin Sutherland, secondo cui “il comportamento criminale si apprende in un certo ambiente sociale attraverso la comunicazione fra persone strettamente legate fra loro”.

Teorie sottoculturali
Queste teorie, come la stragrande maggioranza di quelle dell’epoca (anni 50 - 60) pongono in relazione classi sociali e criminalità, i valori opposti delle classi medie, soprattutto riferiti alle bande giovanili delinquenziali. I maggiori esponenti sono: Cohen, Cloward e Ohlin, Miller, Wolfgang e Ferracuti.

Teorie dell’etichettamento
Ha come punto di partenza l’interazionismo simbolico per il quale “la mente e il sé non sono elementi innati, bensì costruiti dall’ambiente sociale; è attraverso il processo comunicativo, o di simbolizzazione, che gli individui arrivano a definire se stessi e gli altri … definiamo la nostra identità riflettendoci negli altri” (Mead - 1934) e descrive la causa della devianza nella società stessa che qualifica, ETICHETTA, come deviante chi compie determinate azioni -  H.S. Becher, E.M. Lemert, J.I.Kitsuse, E. Goffman

Teorie del controllo sociale
Per questa teoria le cause della criminalità e della delinquenza sono variabili di tipo sociologico, struttura familiare, istruzione, gruppo dei pari. Sono definite anche Teorie della socializzazione poiché la socializzazione è la forma di controllo più importante che si possa esercitare … viene insegnato un modo giusto di fare le cose, sia dalla famiglia sia dalla scuola. Hirschi – Sike - Matza

Psicologia Criminale


Essa s’inserisce nel campo, più ampio della Psicologia della personalità, alla quale fornisce un particolare contributo intersecandosi con gli aspetti psichiatrici ed antropologici.

Come per la psicologia in generale, la psicologia della personalità ha tre livelli di caratterizzazione:

1.TEMPERAMENTO che “ …….. consiste nelle differenze individuali a base biologica rilevabili nel comportamento, che compaiono molto precocemente, sono relativamente stabili nel corso del tempo e in situazioni (sociali) diverse” (Bates, 1988). Riguarda gli aspetti formali della condotta (energico, sensibile, calmo).

2.CARATTERE si forma precocemente   e si sviluppa nel tempo subendo l’influenza dei genitori e dell’ambiente. E’divenuto sinonimo delle qualità personali che rappresentano l’aderenza dell’individuo ai valori e alle norme della società. Quando si parla di carattere … si sta probabilmente applicando uno standard morale nel giudicare il comportamento. Riguarda le dimensioni morali della condotta (bugiardo, avaro, adulatore).

3.PERSONALITA’ può essere definita come l’insieme complesso delle caratteristiche psicologiche, in gran parte non coscienti e non facilmente modificabili, che si esprimono automaticamente in ogni aspetto comportamentale della persona e sono perciò pervasive. Nella personalità sono ricompresi i tratti del temperamento e del carattere permeati da una matrice complessa di predisposizioni biologiche, dalle influenze ambientali e dalle competenze culturali acquisite, formando il “profilo” dell’individuo, la sue capacità di percepire, sentire, pensare, affrontare e risolvere i problemi (COMPORTAMENTO). Riguarda gli aspetti sociali della condotta (loquace, diligente, generoso).

domenica 1 luglio 2012

Scienze Criminali

Le scienze criminali sono un complesso di discipline tra loro ristinte ed autonome aventi in comune l'oggetto : la criminalità. Le scienze criminali sono :

- Criminologia : scienza interdisciplinare finalizzata a conoscere e ad analizzare il fenomeno delittuoso ed a cercarne la causa.

Essa si divide a sua volta in :
a) criminologia etologica ( antropologia criminale, psicologia criminale, biologia criminale e vittimologia)

b) sociologia criminale; si occupa del modo di spiegare la criminalità ponendo l'attenzione sulle strutture sociali

c) criminologia clinica ; seguire e capire l'individuo per capire cosa lo ha portato a compiere quel determinato atto dannoso per se e per la società

d) crimonologia critica ; si pone il problema della validità delle nostre definizioni cruciali, dei meccanismi e dei processi criminali, dei meccanismi e finalità dei controlli sociali. (la criminologia si domanda sulla validità)

lunedì 12 marzo 2012

Criminologia post moderna

Cosa vuol dire moderno.

Una società è moderna quando:
- i membri attivi sono occupati
- lo status è acquisito in base alle prestazioni lavorative e non alla nascita (ascritto)
- vi è mobilità sociale tra classi e tra professioni
- sono ricercati e premiati atteggiamenti innovativi
- si sviluppa un apparato giuridico-amministrativo, la crescita è continua e cumulativa, vi è partecipazione, consenso, istruzione di base, sicurezza, assistenza sociale, libertà fondamentali
Il postmodernismo ha origine dal pensiero poststrutturalista francese e nasce dalla disillusione nei confronti delle teorie moderniste sia convenzionali sia radicali derivate da Hegel e Marx.

Gli autori che maggiormente hanno ispirato il postmoderno sono Nietzsche e Lacan.
Per Nietzsche non esiste nessuna verità base poiché anche la credenza nel valore della verità è una credenza storicamente condizionata. Sua è l’idea dell’eterno ritorno all’uguale, alla volontà di potenza, nichilismo e superuomo (oltreuomo per Vattimo). Ogni momento ha senso in se’.

Per Lacan è importante la scoperta di un inconscio che non è riconducibile alla coscienza, non è traducibile in termini filosofici e scientifici.

Postmodernismo è quindi rifiuto della modernità (razionalità, autorità, tecnologia e scienza), della occidentalizzazione, è rivalutazione della tradizione; è l’ascesa a nuovi valori e stili di vita.

L’incremento della criminalità ha diffuso un senso di minaccia e di insicurezza e fatto propendere per una politica criminale con concezione della pena di tipo neo-retribuzionistico. Si parla di incapacitazione dei delinquenti.
Le teorie razionali si basano sull’assunto che le persone sono in grado di prendere decisioni autonome pur senza escludere l’influenza dell’ambiente e della struttura sociale.

Garland
parla di criminologia della vita quotidiana.
Cohen e Felson parlano di teoria delle attività di routine. Riguardano i modelli stabili di comportamento con un’attenzione alla vittimologia e alla prevenzione della criminalità. L’opportunità di delinquere viene messa in relazione con i grandi mutamenti delle società occidentali che determinano il variare delle routine e in questo senso si pone in continuità con la Scuola di Chicago.

C'è poi la teoria degli stili di vita che spiega la differenza nei tassi di vittimizzazione collegata ai diversi stili di vita secondo tre elementi: ruolo sociale, posizione nella struttura sociale e componente razionale nell’agire.

La teoria della scelta razionale spiega le motivazioni che spingono a commettere azioni devianti come tentativo di soddisfare i bisogni primari.

La teoria sulla struttura delle opportunità per il crimine mette in evidenza tre elementi: obiettivi, vittime e strumenti che facilitano la commissione del reato dove però la scelta razionale dell’autore è fondamentale.

La teoria della vergogna differenziale ( fa parte delle teorie integrate) indica nel controllo sociale il parametro verso l’accettazione o il rifiuto della legge. La vergogna può essere quindi reintegrativa o disgregativa e punta il dito sulle implicazioni politiche della comunità per il principio del perdono.

Ancora ci sono la teoria del comportamento delinquente strutturato, sul corso di vita e sull’equilibrio del controllo.

Le teorie soggettive parlano di seduzione del crimine, Katz, che pongono l’accento sulle motivazioni e gli intenti delle persone devianti.

La criminologia della pacificazione sostiene la necessità di affrontare in modo diverso i problemi sociali, spostando l’attenzione dai criminali ai cittadini per sottolineare l’importanza delle relazioni interpersonali empatiche.
La prospettiva del design ambientale è erede della Scuola di Chicago. La prima analisi si deve a Jacobs che critica la tendenza urbanistica a dividere la città in aree specializzate secondo criteri funzionali. La monotonia delle strutture di insediamento sarebbero causa di comportamenti devianti.

Il programma di Newman di prevenzione del crimine attraverso le strutture ambientali si basa sul concetto di spazio difendibile. La struttura architettonica può facilitare famiglie e singoli ad aumentare il loro senso di responsabilità per la cura, la protezione e la sicurezza dello spazio sociale circostante. Il recupero del controllo urbano avviene per Newman attraverso 4 elementi: territorialità (evitare le terre di nessuno degli spazi condivisi), sorveglianza (i luoghi di accesso devono essere visibili), imago (case popolari che non sembrino tali), ambiente (assicurare attività , rendere vive di contenuti le aree). La sua teoria non è stata esente da critiche ma ha comunque posto l’accento sul fatto che come si costruiscono le città può avere un peso sulla diffusione della criminalità.

C’è poi la teoria geografica del crimine che pone l’accento sul dove del crimine più che sul perché.

Gli studi sulle differenze di genere hanno preso piede in pratica da dopo la liberalizzazione della donna, prima la delinquente era considerata malata (isteria) o prostituta. Sono studi nuovi che evidenziano che le differenze di trattamento delle delinquenti donne spariscono di fronte alla gravità del reato.

La criminologia postmoderna, attualmente allo stato embrionale, ha già proposto teorie alternative quali:

1.
Foucault che ha trattato temi centrali per la criminologia: soggettività, rapporto tra potere controllo e sapere criminologico. Segue l’impostazione di Nietzsche e confuta la concezione umanistica della centralità del soggetto. Il sapere criminologico è correlato al potere da cui dipende l’esistenza delle strutture di controllo della criminalità. Il ruolo del diritto penale e della prigione sono un modo per segnare i limiti della tolleranza;
2.
teoria linguistica o semiotica che si ispira a Lacan. Si aspira a un mondo relativamente libero dal male, è la nemesi del postmodernismo nichilista;
3.
teoria del caos deriva dalle scienze fisiche, teoria della complessità dove vanno utilizzate le rappresentazioni non lineari e dinamiche della realtà. L’approccio è multidisciplinare.

Per quanto riguarda le nuove vie della criminologia, il breve excursus storico parte dal 1950 anno in cui viene fondata la criminologia come disciplina autonoma su impulso di
de Greeff al II congresso internazionale di Parigi. Si auspicava a una impostazione multifattoriale e multidisciplinare. Le fasi del processo della storia della criminologia secondo Pinatel si sviluppano:

- con teorie all’interno delle criminologie settoriali

- attraverso l’elaborazione di una sintesi

Ora si tratta di avviare una nuova fase partendo da 4 regole metodologiche:

1. livelli interpretativi (il fenomeno criminalità, il deviante e l’atto deviante)
2. attuare la criminografia, cioè la descrizione del crimine
3. separazione dei tipi psichiatricamente definiti per stabilire cosa è di pertinenza psichiatrica da cosa è invece di pertinenza criminologica
4. approccio differenziali e quindi i raffronti tra criminalità e altri fenomeni sociali, delinquenti e non…

La criminalità delle organizzazioni

Prima distinzione teorica va fatta tra imprese che nascono in modo lecito e poi commettono illeciti allo scopo di aumentare i loro profitti o restare nel mercato e imprese mafiose che ab initio adottano e sviluppano metodi illegali per traffici illeciti.

Il termine colletto bianco viene utilizzato per la prima volta da
Sutherland per indicare i membri della classe agiata.

Criminalità del colletto bianco si riferisce ad un reato commesso da una persona rispettabile, di elevata condizione socio-economica, con abuso di fiducia di cui gode all’interno della comunità.

Clinard
sottolinea come l’occupational criminal non si percepisca come criminale, la comunità non lo etichetta come criminale per il suo status sociale e la legittimità della sua professione.

Cressey
pone l’accento sull’elemento della rispettabilità e individua nelle tecniche di razionalizzazione acquisite mediante il meccanismo delle associazioni differenziali di Sutherland, il fatto che possono delinquere senza perdere l’approvazione del gruppo, adducendo giustificazioni accettabili e avendo le conoscenze per poter violare le norme.

Tre le categorie di reato per Bloch e Geis: commesso da singoli come tali (medici, avvocati…), commesso da impiegati contro la propria corporation, commesso da funzionari e dirigenti per la propria corporation.

Recentemente ci si è spostati dal sogg all’azione e si è passati dal definire criminale dal colletto bianco a criminalità economica, e anche criminalità degli affari.

Box
parla di crimini del potere (comprese le violenze sessuali), crimini senza potere e crimini del capitale.

I problemi di misurare statisticamente il fenomeno per il Dipartimento della Giustizia degli USA sono dati dal fatto che non esiste una definizione univoca, che la raccolta dei dati è complessa, che la tecnologia informatica permette di perdere le tracce e che i reati non vengono denunciati per non perdere la fiducia dei consumatori.

C’è difficoltà obiettiva nel colpire il fenomeno dovuta a vari fattori (complessità della materia, potere dei gruppi dominanti, la vittima non ha relazione diretta con l’autore del reato, assenza di stigmatizzazione del pubblico, la dimensione globale…).

Fra le principali tipologie di reato del colletto bianco, alcuni autori mettono: pubblicità menzognera, frode, evasione fiscale, condizionamento delle turbolenze del mercato, reati violenti come attività produttive o prodotti pericolosi, corruzione e per i crimini dello Stato violazioni delle libertà civili, repressione politica, vessazioni…

Infine ci sono due settori della criminalità economica legati ai mutamenti sociali e che possono procurare ingenti danni economici:

1. computer crimes – i comportamenti devianti oltre a danneggiamento, frode, ecc. sono anche atti vandalici contro il pc della società, furto di info, uso del pc aziendale per scopi personali, frodi finanziarie…
2. inquinamento ambientale – sono i danni che le compagnie fanno per aumentare i loro profitti (non installazione di depuratori, smaltimento scorie…)

Per Hirschi e Gottfredson le motivazioni dei white criminal sono le stesse del delinquente comune: ottenere facili guadagni con il minimo sforzo seguire i propri impulsi senza considerare gli effetti a lungo termine.

La pena per i crimini dei white collar secondo alcuni criminologi deve essere severa, sanzioni detentive , rimedi ricercati nel campo del diritto penale sembrano essere le soluzioni migliori.

Per quanto riguarda la criminalità organizzata, molte delle nostre conoscenze derivano dai massa media, cosa che confonde circa le differenti organizzazioni criminali che corrispondono più a un melting pot di sottoculture.

Le caratteristiche della criminalità organizzata sono:
- struttura gerarchica
- continuità nell’organizzazione
- selezione ferrea degli affiliati
- criminalità-violenza-potere
- coinvolgimento in attività illecite (riciclo denaro)
- utilizzo di specialisti (piloti, chimici, esperti in esplosivi)
Per la Task Force degli Usa, la criminalità organizzata ha come obiettivo il profitto economico, utilizza tattiche come corruzione, intimidazione e violenza, ricicla denaro sporco attraverso attività lecite utilizzando anche i canali offerti dai pc, esercita un forte controllo sui membri censurando in modo pesante qualsiasi deviazione delle regole.

Diversi fattori aiutano il costituirsi e il proliferare della criminalità organizzata, non ultimo la presenza dei governi deboli.

La vecchia mafia era essenzialmente contadina mentre quella nuova ha raggiunto un elevato livello di sofisticazione e tende a strutturarsi come un’azienda (specializzazione delle funzioni, collegamenti nazionali e internazionali, distribuzione dei ruoli) e inoltre tende anche ad inglobare imprese legali.

Obiettivi del sistema mafioso sono: conquista del massimo potere economico come mezzo per acquistare nuovo potere e di penetrare nell’economia (con il riciclaggio, l’investimento e la legittimazione) per dirigerla. La mafia-azienda ha come scopo la conquista di aziende solite. Il riciclo poi avviene attraverso canali classici: banche, istituzioni finanziarie. La Commissione antimafia del Parlamento italiano ha indicato gli indici da osservare per capire i movimenti mafiosi:
- turnover eccessivo delle licenze commerciali
- acquisizione di immobili con pagamento in contanti
- acquisizione di immobili senza poi utilizzo
- diffondersi di società finanziarie e sportelli bancari in numero superiore alle esigenze
- squilibrio tra oggetto sociale e capitale dichiarato
- interessamento verso società decotte
- partecipazione a gare d’appalto con offerte troppo distanti dalla realtà
La degenerazione del sistema economico è in grado di minare il sistema democratico della nazione. La mafia ha avuto e continua ad avere progetti politici.

Uno strumento importante utilizzato dalla criminalità organizzata è la corruzione che prolifera laddove vi è un’eccessiva burocratizzazione.

Il sistema della corruzione va inserito nel più specifico contesto del pay-off, cioè del sistema delle tangenti. Per sanzionare tale sistema in Usa si parla di ibridi di Yale, ovvero elevate sanzioni pecuniarie a metà strada tra le civili e le penali da applicare elusivamente nei confronti delle imprese a fini punitivi.

Il giro del traffico illecito si sostanzia in:

- collocamento (placement stage), serve per sbarazzarsi del contanti facendo disperdere le tracce attraverso versamenti frazionati e lo smurfing (utilizzando prestanomi e diverse banche di piazzamento)
- stratificazione o impilaggio (layering stage), operazioni di lavaggio a strati per evitare la ricostruzione della scia del denaro. Tecnica del guado del pellirossa, ovvero serie di operazioni compiute per interrompere la traccia documentale dei trasferimenti. Si va dal trasferimento elettronico del denaro all’uso di conti transitori, all’acquisto di beni di lusso fino alle interposizioni societarie.
- Integrazione (integration stage) I capitali riemergono lavati, legittimi in capo a una determinata persona fisica o giuridica, realizzando così la completa mimetizzazione dei proventi illeciti. La tecnica più recente è la loan bank che consiste nella richiesta di un finanziamento presso un istituto bancario. Altro modo è la costituzione di società di capitali. Ancora vi è internet.

Per quanto riguarda le organizzazioni, quelle terroristiche si differenziano dalle mafiose per il fine: per le prime il denaro è un mezzo mentre per le seconde è un fine.

Controllo sociale, conflitto ed etichettamento

 La teoria del controllo sociale di sviluppa negli anni 50 e assume che tutti siano per natura devianti rispetto alle regole. Tutti vorremmo commettere reati ma non lo facciamo. I primi studi sul controllo sono di Durkheim che sosteneva che l’anomia fosse l’effetto di un controllo insufficiente. Per Nye la famiglia è uno specifico agente di controllo sociale. Abbiamo diversi tipi di controllo: interno, indiretto, diretto, soddisfazione dei bisogni legittimi.
L
La teoria dei contenitori di Reckless, indica nei contenitori appunto i fattori che favoriscono il contenimento della condotta nell’ambito della legalità e occupano un ruolo centrale tra le pressioni e le influenze ambientali e gli stimoli interiori. Se i contenitori sono deboli prevalgono pressioni e stimoli che favoriscono il comportamento deviante. Limite della teoria il peso eccessivo dell’autostima in grado di isolare dalla delinquenza anche vivendo in un ambiente criminale. Per Hirschi tutti delinquerebbero se non fosse per il legame tra individuo e società. Il comportamento criminale per lui dipende dal vincolo che abbiamo con la società che si esplica in:

- attaccamento – nei confronti di altri significativi (famiglia, amici, scuola…)
- coinvolgimento – negli scopi approvati dalla società
- impegno – in attività conformiste
- convinzione – nel credere nei valori sociali
La teoria del basso autocontrollo di Hirschi e Gottfredson dice che tutti hanno le stesse motivazioni, ciò che varia è la capacità di controllare i propri comportamenti. I tratti individuali dell’autocontrollo si apprendono da bambini e quindi è importantissimo il modello educativo, occorre incidere sulla famiglia.

La teoria del conflitto trova spazio negli anni 60. Criminalità e violenza sono presenti in tutte le classi sociali ma quelle inferiori vengono definite criminali e devianti con più facilità perché sono prive di potere. Il primo teorico del conflitto è Marx che vede la realtà sociale in termini di lotta di classe tra i detentori dei mezzi di produzione e i lavoratori (classe del proletariato). La povertà aliena l’uomo e non gli lascia altra scelta che morire o rubare per sopravvivere. Il diritto è espressione della classe dominante. Ogni classe è spinta verso l’egoismo da influenze specifiche: classe ricca dall’istruzione e dalle opportunità, la media dalla lotta per la sopravvivenza e il proletariato dalle privazioni. Accanto ai marxisti ci sono i teorici del conflitto non marxisti come Coser che parla del "carpo espiatorio" come nemico interno in grado di destabilizzare la società retta. Goffman parla di macchie, stigma che determinate categorie si portano addosso (malati mentali, prostitute, handicappati) e che impedisce loro di sfuggire al ruolo di vittima sacrificale. Per Quinney e la sua teoria sulla realtà sociale del crimine, l’unica soluzione è il superamento della società capitalistica verso quella socialista. Pone l’accento su una ideologia del crimine determinata dalla classe dominante e basata su alcuni assunti per cui il crimine viene imputato alle classi basse che vengono più facilmente perseguitate, arrestate e trattate più severamente dalla giustizia penale.

Alla fine degli anni 60 soprattutto nella cultura anglosassone vi è una lettura del controllo delle classi alte sulle basse per mezzo delle leggi. Ergo la legge non è uguale per tutti.
Per Spitzer il problema del pluslavoro rende le classi basse come potenzialmente pericolose se escono dalla loro gabbia di "spazzatura sociale".

In questo senso importante è il lavoro della Scuola di Criminologia di Berkeley che dà origine al movimento della new left. In particolare Platt punta il dito sui cosiddetti movimenti per la salvezza dei minori che in realtà nascondono , dietro apparenti motivazioni filantropiche, una gestione discutibile del disagio e della devianza giovanili. tra gli orientamenti radicali vi è anche la criminologia anarchica che ha lo scopo di opporsi ad ogni forma di gerarchia. Le autorità per loro hanno il solo scopo di servire i gruppi di potere.

I teorici radicali si sono mossi dunque lungo due direttrici:

- elaborazione critica di una sociologia giuridica di tipo storico (proteggere la proprietà privata, ad es, ha lo scopo di mantenere le disuguaglianze di legge)

- origine del crimine partendo dall’assunto che il capitalismo è criminogeno

Sul finire degli anni 70 si diffonde un clima da tolleranza zero e si assiste all’affermarsi di un nuovo realismo di sinistra che spiega la criminalità partendo dai processi di privazione relativa e di marginalizzazione (non la povertà in se’ ma la povertà e la diseguaglianza vissute come ingiustizia determinano la criminalità).
La teoria dell’etichettamento, si diffonde nella metà degli anni 60 e porta alle estreme conseguenze la logica della sociologia del conflitto. Tannenbaum vede il comportamento deviante come conflitto tra un gruppo e la società nel suo complesso.

La teoria non spiega le cause della devianze e non segue un modello deterministico ma integra lo studio del comportamento con quello della reazione sociale. Quando un individuo viene etichettato come deviante dalla società (anche ingiustamente) la sola qualifica ne causa una reazione negativa con ovviamente ricadute e possibile adesione alla profezia che si auto adempie. Nell’etichettamento non è importante l’atto ma il sogg che viene etichettato.
Il processo di etichettamento si conclude per Lemert nell’interiorizzazione dello status da parte del’etichettato.

Struttura sociale e comportamento deviante

Gli studi sociologici danno importanza maggiore a fattori ambientali e sociali per dar conto del fenomeno criminale. L’ambiente sociale è

- generale, ovvero l’insieme delle condizioni fisiche, sociali ed economiche che influiscono sul comportamento individuale
- immediato e specifico, ovvero l’uomo in relazione al gruppo, al comunità ,la famiglia, lo Stato
- occasionale, ovvero l’ambiente non abituale per il sogg: collegio, carcere, ospedale…

Da segnalare gli studi di Kurt Lewin con la teoria dei campi (la persona nello spazio vitale) e Luhmann con l’approccio sistemico (il sistema ha ruolo centrale).
La teoria della disorganizzazione sociale è quella uscita dalla Scuola di Chicago. Come è la società organizzata? Per la criminologia l’organizzazione della società avviene attraverso il corpo delle leggi che definiscono quali comportamenti sono accettabili e quali no, attraverso le consuetudini e le norme che definiscono le aspettative riguardo al comportamento delle persone.

Secondo la teoria della disorganizzazione sociale, il problema sorge quando a causa dei mutamenti sociali, molte norme non svolgono più la loro funzione e quando la coesione di gruppo viene minata a causa dei modelli di comportamento istituzionalizzati che non sono più funzionali alla nuova società che si forma.

Prima ricerca è quella sui contadini polacchi negli anni 20 emigrati in USA. La prima generazione riusciva a mantenere certe tradizioni, mentre la seconda faceva più fatica e sentiva il disagio della diversità, per cui aumentavano i tassi di criminalità.
Thomas e Znaiecki che condussero la ricerca indicarono nella disorganizzazione sociale la diminuzione dell’influenza delle regole esistenti sui singoli membri del gruppo. Merton poi riprende certi concetti nella profezia che si auto adempie: il singolo si riflette come immagine coerente del mondo in cui vive grazie ai dati a lui trasmessi dal gruppo.

Sempre della stessa scuola McKay e Shaw che rilevarono che il comportamento deviante era dovuto dalle condizione ecologiche urbane.

Il modello delle aree si deve ai fondatori della scuola di Chicago , Park, Burgess e McKenzie, importante il libro La città. Elaborano il modello delle aree concentriche e studiano i tassi di criminalità in rapporto alle diverse aree, trovando tassi più alti nelle zone di transizione e una certa persistenza dei tassi a seconda delle zone cosa che confutò la convinzione che determinate minoranze fossero più dedite alla criminalità di altre.

Quindi si schierano contro l’atavismo (Scuola Positiva), la regressione degenerativa dovuta a tare psichiche, a favore della struttura socio-ambientale come causa criminis.

Introducono il concetto di ecologia umana e trasmissione culturale nelle aree con alti tassi di disorganizzazione.
La teoria della tensione pone l’accento sul fatto che per la società occidentale è importante il successo che si traduce in ricchezze e possesso di beni e che come mito, nel "sogno americano" è raggiungibile da tutti i cittadini. Questo sforzo per raggiungere il successo crea tensione, rabbia e frustrazione.

Durkheim
parla di anomia (assenza di norme) come di condizione di confusione ideologica dovuta ai rapidi cambiamenti della società. Indica nel suicidio anomico la condizione di atto di autarchia che deriva dalla caduta delle regole sociali in seguito a crisi economica o politico-istituzionale. Merton indica l’anomia come risultato della non integrazione tra mete prescritte (successo economico, materiale nella società Usa) e disponibilità di mezzi legittimi per raggiungerle. Le tipologie di adattamento sono 5:

- conformità, il sogg accetta i mezzi e le mete per raggiungerli
- rinuncia è la risposta deviante di chi abbandona la partita e rifiuta mete e mezzi (vagabondaggio, suicidio, uso alcool e droghe…)
- ribellione, gruppi rivoluzionari che vogliono cambiare la società
- innovazione, teoria dei mezzi e dei fini, il sogg rifiuta i mezzi legittimi ma non le mete e i mezzi illegittimi per raggiungerle
- ritualismo, il sogg fallisce nel raggiungere la meta e abbandona così la partita, manca di aspirazioni e non vuole fare battaglie

La teoria di Merton non spiega però il comportamento criminale di chi ha i mezzi legittimi per raggiungere il successo.
Sempre espressione della scuola di Chicago è la teoria delle associazioni differenziali di Sutherland per cui l’idea criminosa viene appresa per trasmissione culturale preferibilmente di una subcultura criminale. Vi è una sorta di alfabetizzazione verso il crimine e si punta anche sul carisma del delinquente. La teoria ha però come limite la non dimostrabilità empirica e non spiega neppure perché debba esservi una cultura criminale.

Per S. il crimine è appreso attraverso un processo di comunicazione, all’interno di relazione intime e la persona ritiene più favorevole delinquere che non farlo.

A corollario c’è la teoria dell’associazione-rinforzo differenziale di
Akers, la teoria delle identificazioni differenziali di Glaser.

Con Sellin abbiamo la teoria dei conflitti culturali che si discosta da quanto affermato dalla Scuola di Chicago. Per quest’ultima infatti lo sradicamento culturale, l’inserimento in un nuovo ambiente sono una perdita dei valori culturali di origine. Per Sellin il conflitto tra culture è un contrasto tra norme, fenomeno di frontiera ed effetto di colonizzazione, per cui la cultura importata viene imposta a persone con cultura differente: il conflitto di cultura tra singoli può generare criminalità.

Cohen
è autore di uno degli studi più importanti sulla subcultura delinquenziale. Studia la cultura della gang giovanili della lower class e vi vede il tentativo di assomigliare alla middle class che poi viene frustrato e che li porta a una risposta delinquenziale. La sua teoria non spiega però bene l’origine della altre gang. Sykes e Matza negano ad es che vengano rifiutati tutti i valori della classe media e parlano di tecniche di neutralizzazione per cui l’atto criminale viene preceduto da razionalizzazioni e auto giustificazioni per cui si nega la responsabilità, il danno provocato, la vittima (se lo meritava), gli altri (giudicano perché sono ipocriti), gli ideali alti (devo farlo per la Patria) o modelli sociali comuni (passo col rosso perché lo fanno tutti). Queste tecniche sono utilizzate anche dai giovani di classe media e superiore.

Cloward e Ohlin, con la teoria delle opportunità differenziali, sostengono che le classi inferiori accettano le mete della classe media ma oggettivamente per loro è impossibile raggiungere quelle mete a causa di ingiustizia economica e quindi se hanno opportunità devianti possono scegliere mezzi illegittimi per raggiungere mete culturali condivise. Ci sono tre tipi di bande delinquenziali: criminale (i modelli vengono accettati nel loro ambiente), conflittuale (episodici atti di violenza ma non c’è istituzione criminale nell’ambiente) e astensionista (doppio fallimento nella vita legale e illegale e quindi devianza si esplicita nell’abuso di droga e alcool).

Per Miller (in completo disaccordo con Cohen) invece la devianza non nasce dal rifiuto dei valori della classe superiore ma dalla stessa cultura della classe inferiore che possiede e mantiene un proprio sistema di valori che è diverso e indipendente da quello della classe dominante. Una conferma della prospettiva viene da Lewis e la sua
cultura della povertà, per cui i valori dei poveri sono diversi da quelli della maggior parte della società.

La teoria della sottocultura della violenza di Ferracuti e Wolfgang studia i fenomeni di comportamento criminale in Sardegna e Colombia, due zone isolate dove la sottocultura si esprime.

Per gli autori il ricorso all’omicidio ha alta frequenza in determinati gruppi sociali dove il considerare poco importante le vita umana e le condizioni infime socio-economiche può far apparire normale dirimere le situazioni conflittuali in modo aggressivo e definitivo.

Le teorie psicologiche e psicoanalitiche

Le interpretazioni di tipo psicologico sono in disaccordo rispetto alle teorie biologiche dal momento che enfatizzano l’importanze e il ruolo dell’autore nella criminogenesi.

Termini utilizzati in psi criminale:

1) temperamento – è la base innata, la struttura biologica (v. Galeno e Kretschmer con i suoi schizotimici e ciclotimici);
2) carattere – è dato dall’interazione tra il temperamento e l’ambiente, è una componente dinamica che cambia con el vicende della vita del sogg che ne plasmano gli aspetti;
3) personalità – è la totalità affettivo-volitiva del sogg, è il vivere sociale del sogg, dato dalle sue interrelazioni con i gruppi e con l’ambiente. E’ l’organizzazione di attitudini, credenze, abitudini e comportamenti.

Sigmund Freud
(1856-1939) è il fondatore della psicanalisi. Ha dato un contributo fondamentale alla teorie sullo sviluppo della personalità.

Per lui la personalità si divide in 3 parti spesso in conflitto tra loro:

1) Id o Es, serbatoio primario dell’energia psichica, polo pulsionale della personalità, ha contenuti inconsci per parte ereditari e per l’altra acquisiti o rimossi. Sono riconducibili all’istinto di vita Eros e a quello di morte Thanatos. Entra in conflitto con le altre due parti. L’Es è alla ricerca sempre del piacere, è sede della libido;
2) Io, è parte della struttura conscia e razionale. Si sviluppa quando il bimbo separa sé agli altri. Opera secondo il principio di realtà, è mediatore tra Es e Super-Io;
3) Super-Io ha la funzione di coscienza sociale, censore, auto-osservazione, formazione di ideali. E’ in continuo conflitto con l’Es e ne controlla gli impulsi.

Freud collega la criminalità a un inconscio senso di colpa che il sogg prova per il complesso di Edipo se maschio e di Elettra se femmina.

Il comportamento criminale potrebbe essere la risultante di un conscio iperattivo che causa un potente senso di colpa. Per cui l’essere puniti severamente può liberare dal senso di colpa.

Il senso di colpa insorge come risultato del conflitto tra Super-Io e desideri aggressivi e sessuali infantili originati dal complesso edipico.

Reik
(1967) teorizza la coazione a confessare per cui il delinquente attraverso il lapsus vuole in realtà essere scoperto per poi essere punti ed alleviare così il suo senso di colpa. Es classico è quello di Delitto e castigo .

Le teorie si prestano a due ipotesi:

1) delitti seriali. Il criminale lascia della tracce ma non tali da farlo identificare in modo da alleviare temporaneamente l’angoscia per poi riemergere fino al nuovo delitto;
2) il sogg non vuole in realtà liberarsi della colpa che diventa attraente per un effetto masochistico. Quindi la punizione diventa in realtà incoraggiamento al delitto.

Studi di
Alexander e Staub e poi Healy. L’Es gioca un ruolo importante nell’agire criminale.

Si distingue:

- criminalità fantasmatica, le azioni criminali rimangono a livello di sogni. Il Super-Io è forte e sublima magari con la carriera, la scalata sociale, l’accumulo di ricchezze…;
- criminalità accidentale, il Super-Io consente sublimazioni con condotte imprudenti (es nella circolazione stradale);
- criminalità cronica presenta tre sottocategorie: i. azioni criminose per processi tossici o biopatologici (ritardi mentali, effetto di alcol e sostanze stupefacenti…);

ii. azioni criminose da eziologie nevrotica, c’è forte conflitto tra Es e Super-Io. Delitti coatti o delitti sintomo (cleptomania, piromania…); iii. azioni criminose del delinquente con Super-Io criminale che si identifica con modelli criminali (sottoculture, es ladri, ricettatori, rapinatori); iv azioni criminose da delinquente genuino senza Super-Io, il sogg è inadatto alla vita sociale, è privo di controllo sociale.

Bowlby

evidenzia la carenza di affetto dei genitori, l’atteggiamento oscillante tra permissivismo e severità come la possibile causa di conflitti non risolti del figlio, sensi di colpa che devono essere soddisfatti con la punizione.

Johnson
parla di processo di soddisfazione vicariante dei genitori che attraverso l’agire del figlio soddisfano i loro impulsi proibiti e scarsamente integrati. I genitori raccontano le bravate del figlio salvo poi sanzionarlo di fronte al biasimo della società e in questo ilo figlio si sente tradito dai genitori e così sentendosi ingannato ingannerà egli stesso.

Legata a questa teoria c’è quella del canadese
Mailloux sulla personalità del delinquente tipico. In pratica il figlio giudicato la pecora nera dai genitori metterà in atto dei comportamenti che in una sorta di circolo vizioso e di ripetizione compulsiva confermeranno questa sua incapacità, il suo essere buono a nulla fallito, fintanto che entrerà in una band dove potrà esercitare il ruolo di duro ed essere accettato e fino a che una condanna pubblica non confermerà definitivamente questa immagine.

Nelle teorie psicanalitiche sono importanti i meccanismi di difesa che sono metodi dell’Io che si oppongono alle esigenze dell’Es in modo da evitare conflitti con Super-Io e realtà.

I più importanti sono:

1. identificazione, quella primaria è quella indirizzata ai genitori per superare il complesso di edipo. Dal punto di vista criminologico è importante quella con una figura deviante vera o di fantasia.

C’è poi l’identificazione della vittima con l’aggressore vedi ad es sindrome di Stoccolma o abuso sessuale dei minori perpetrato quando si diventa adulti;

2. proiezione. Il sogg espelle da se ciò che non riconosce, non gli piace e lo proietta nell’altro (v. ad es il razzista);

3. razionalizzazione, il sogg dà spiegazione coerente dal punto di vista logico o accettabile a qualcosa di cui non si percepiscono i veri motivi (es. delitti politici, religiosi). Il delitto può avere un significato simbolico, quindi diverso da ciò che appare;

4. rimozione, ha origine nel conflitto tra desideri opposti, ad es forme di amnesia dopo un crimine. L’io cerca di spingere o mantenere nell’inconscio rappresentazioni legate a una pulsione;

5. formazione reattiva, es crudeltà repressa è mantenuta inconscia da una eccessiva compassione per le sofferenze altrui. E’ un atteggiamento di senso contrario a un desiderio rimosso.

Il Behaviorismo, il comportamentismo, nasce nel 1910 e si sviluppa nel clima di materialismo e positivismo. Fondatore è
John Watson. Si toglie la soggettività, mentre tutto il peso va all’ambiente e alla sua influenza (apprendimento per S->R). Trova terreno fertile negli USA.

Tra i seguaci:

1.
Tolman con la teoria dell’apprendimento cognitivo. Descrive il comportamento su base molare (ogni atto ha caratteri specifici, identificabili e descrivibili), ogni comportamento è finalizzato, l’individuo impara in base ad aspettative sorte da esperienze precedenti, al posto del rinforzo c’è la conferma;
2.
Hull con la teoria sistematica del comportamento. La sua legge dice che la forza di un’abitudine è proporzionale al numero delle associazione S/R rinforzate;
 
3.
Skinner con l’analisi sperimentale del comportamento. Prende le mosse dal concetto di fase operante. La condotta, il comportamento può essere plasmato attraverso i rinforzi. Quindi l’aggressività non è appresa, innata, ma si impara e quindi si disimpara attraverso premi e punizioni.

Seguaci di Skinner troviamo:

1.
Bandura con la teoria dell’apprendimento sociale. Non si nasce con la capacità di comportarsi in modo violento ma la violenza è un comportamento appreso da bambini osservando e imitando modelli di ruolo e poi assumendo quei ruoli. Importanti i suoi studi sulle scene di violenza nei film e nei programmi televisivi. I mezzi di comunicazione di massa possono produrre reazioni quali: effetti di modellamento, effetti inibitori o disinibitori su risposte acquisite precedentemente, risposte simili effetto di apprendimento precedente.
2.
Dollard con la teoria della frustrazione-aggressione. Per lui l.’aggressione è conseguenza della frustrazione e la comparsa di condotte aggressive presuppone l’esistenza di frustrazioni. La sua teoria è stata utilizzata anche per spiegare l’influenza dei mass media e in particolare della pubblicità che con il bombardamento di modelli ricchi e felici come normali, quando invece non sono facilmente raggiungibili dalla gran parte delle persone, istiga la voglia del possesso di quei beni fino a promuovere comportamenti illeciti pur di averli. Quindi non solo la violenza ma anche la spinta al consumismo può promuovere comportamenti devianti.

DSM
è il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

I disturbi di personalità sono introdotti nell’Asse II mentre nell’Asse I ci sono tutte le malattie psichiatriche che prevedono la non imputabilità del reo.

I disturbi di personalità indicati nel DSM sono 10 riferibili a tre cluster:

1. Gruppo A,
odd cluster comprende: a. paranoide – è sempre vigile, incapace di rilassarsi, sono diffidenti, hanno paura di essere ingannati, sono rigidi, sono litigiosi, cause interminabili, affini ci sono i fanatici b. schizoide –freddezza emotiva, preferiscono l’isolamento, autori di reati aggressivi e violenti, delinquenti pericolosi c. schizotipico – affine al precedente, sono stravaganti e bizzarri, linguaggio iperlaborato, metaforico, pochi interessi sentimentali;

2. Gruppo B,
dramatic cluster comprende a. disturbo narcisistico – tendenza a rappresentare la realtà e il prossimo in modo manipolatorio e funzionale ai propri interessi, sono truffatori o millantatori di credito, white collar criminals, b. disturbo istrionico- si comporta in modo drammatico, teatrale, vuole a tutti i costi attirare l’attenzione su di se, ricorre alla bugia patologica, sono i mitomani, ci sono alcuni truffatori, millantatori di credito, abusano di titolo e funzioni, svolgono professioni senza titolo e simulano di essere vittime di reati, c. borderline – alta variabilità dell’umore, sentimenti cronici di vuoto, scatti improvvisi e incontrollabili di rabbia, tendono ad avere rapporti emotivi con una sola persona alla quale si attaccano in modo insano, in genere commettono reati contro la persona connessi all’uso di stupefacenti o circolazione stradale, d. antisociale – è lo psicopatico per antonomasia, ora definito come sociopatico o personalità antisociale, è irresponsabile delle sue azioni, non ha rispetto per sentimenti altrui, è incapace di apprendere dall’esperienza, privo del sentimento del rimorso, sono ribelli, aggressivi, rissosi e ricorrono facilmente all’uso di droghe e alcool;

3. Gruppo C,
anxious cluster comprende a. evitamento- si caratterizza per una sorta di ritiro sociale, teme l’umiliazione, il fallimento, il dolore, può presentarsi come timido e schivo, comportamento sottomesso e un eccessivo bisogno di leghami, b. dipendente- sono patologicamente dipendenti, non riescono a prendere decisioni da soli, non riescono ad agire indipendentemente dagli altri, sono le vittime delle violenze (es quelle intrafamiliari), c. compulsivo – eccessivamente attento ai dettagli, perfezionista, inflessibile, rigido e ostinato, difficili rapporti con le persone.

Infine ci sono delle personalità disturbate che non rientrano nel DSM come categorie definite (es i tipi misti) o che costituiscono l’appendice come:

- disturbo sadico, trae godimento dalla sofferenza psichica o fisica degli altri
- disturbo esplosivo intermittente, reazioni violente imprevedibili, perdita di controllo inibitorio può sfociare in attentati contro le persone.