lunedì 12 marzo 2012

Le teoria bio-antropologiche nella criminologia

L’approccio bio-antropologico pone l’accento sull’uomo il suo substrato biologico e l’ambiente, mentre l’approccio psicologico e psichiatrico pongono più l’accento sui tratti della personalità.

Sec. XX la scienza pone accento sui fattori: genetici, biochimici e neurofisiologici come il grado di influenzare il comportamento.

Per quanto riguarda la genetica, dopo Lombroso (che ha più un taglio antropologico), abbiamo Goring (che vede nell’altezza un tratto distintivo) e Hooton sulla inferiorità nelle misurazioni dei criminali rispetto ai borghesi.

Kretschemer
dà una classificazione tipologica di base e individua i tipi:

- leptosomo (ladri e truffatori)
- atletico (delitti contro la persona e sessuali)
- picnico (autori di frodi)

oltre al displastico (delitti sessuali). Fa relazione tra tipi costituzionali e malattie mentali per cui:

- schizotimici sono i leptosomo, atletici e displastici
- ciclotimici sono i picnici (turbe maniaco-depressive).

Si avvicina ai tipi psicologici di Jung.

Sheldon
divide in:

- mesomorfi (atletici)
- ectomorfi (leptosomi)
- endomorfi (picnici)

Mesomorfi tendono più a delinquere nella ricerca di Sheldon e di Cortes ma a tuttoggi non è stata dimostrata correlazione tra caratteristiche fisiche e comportamento criminale.

Sono stati fatti numerosi studi sui gemelli MZ e DZ e si è trovato che in effetti il comportamento delinquente concorda in percentuali dal 50 al 70% nei MZ mentre dal 20 al 30% nei DZ ma non si può ovviamente escludere l’ambiente. Negli adottatti si è visto come il comportamento criminale sia più ereditato dai genitori biologici che dagli adottivi ma non ci sono studi che hanno finora dimostrato l’ereditabilità della devianza.

Sono state fatte ricerche sul cromosoma criminale xyy ma anche qui non c’è evidenza scientifica tra anomalia cromosomica e criminalità.

Nello studio della criminalità sono sempre più evidenziati anche i fattori biochimici. Soono stati fatti studi su 276 delinquenti per vedere gli effetti dello zucchero sull’aggressività.

In altri studi si è visto che nei Paesi dove c’è consumo superiore alla media di mais (basso apporto di triptofano) c’è un tasso di omicidi più elevato rispetto a Paesi dove prevale consumo di riso o frumento (alto triptofano). Al momento però ci sono incertezze metodologiche per mettere a punto delle strategie.

Sono importanti anche i livelli ormonali. Ad es si è visto che l’alto livello di testosterone è presente nei criminali più pericolosi. Anche la sindrome premestruale ha correlazioni con comportamenti più violenti nelle donne.

L’ipoglicemia può scatenare comportamenti aggressivi così come la presenza o carenza di sostanze chimiche nel cervello (sono allo studio correlazioni con la schizofrenia). Le sostanze tossiche che entrano nelle dieta o che sono presenti in atmosfera, le allergie, possono alterare il comportamento.

Da sottolineare anche il consumo di alcool e droghe che sta alla base di molti comportamenti criminali. In particolare oltre la metà dei crimini sessuali in Usa trova riscontro con alto tasso alcolico nel sangue.

Infine sono importanti anche i fattori neurofisiologici. Sono stati fatti studi sugli EEG dei delinquenti minori occasionali e recidivi e si è visto che in questi ultimi c’erano anomalie nel tracciato EEG nel 60% dei casi.

Lesioni nel lobo frontale e temporale, neoplasie, tumori al cervello, vasculopatie, possono causare anomalie nel comportamento. Così come il Disturbo da deficit di attenzione.

Però questi disturbi non riescono a spiegare il complesso dei comportamenti criminali che risulta essere più complesso.

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