lunedì 16 gennaio 2012

Il Parenticido

Il parenticida è generalmente di sesso maschile e di giovane età (età media di 29 anni).
Il termine parenticidio è poco usato. Si differenzia dal parricidio o matricidio in quanto definisce l'omicidio o il tentato omicidio di entrambi i genitori, non singolarmente quindi, ma in coppia, da parte di un figlio.
Nel caso si uccida prima un genitore e poi l'altro , se l'arco di tempo è comunque ristretto, si continua a parlare di parenticidio.

Il gesto di uccidere entrambi i genitori da parte di un figlio simboleggia e comporta la volontà di distruggere l'intero nucleo familiare.

Nel parenticidio non manca il movente. Spesso infatti il figlio omicida ha comunque una giustificazione personale per il suo agire, dovuto da una interpretazione delle sue emozioni o turbamenti assolutamente personali.

La famiglia nella società attuale dovrebbe avere, nella quasi totalità dei casi, il valore di luogo insostituibile e di certezza e di sostegno psicologico nei confronti dei suoi membri. L'atto di uccidere entrambi i genitori quindi significa voler distruggere questa situazione.

Tornando al profilo del figlio assassino, analizzandola con più precisione e non soffermandoci solo all'età detta inizialmente, nella maggior parte dei casi manifesta una vita affettiva e relazionale scarsa, non ha vita di coppia ne una situazione familiare stabile.
Spesso sono soggetti disoccupati o con un lavoro precario. Questo quindi porta ad evidenziare la possibilità che l'omicidio sia fatto anche per fini economici; per portare all'eliminazione dei genitori per un guadagno senza troppi sacrifici.

Il parenticidio può essere interpretato anche come un modo per affermare la propria autonomia e la propria libertà.

Il parenticida può, oltre ai genitori, uccidere anche il fratello (quasi sempre minore) in quanto spesso l'omicida è figlio unico o al massimo primogenito. Si può parlare in questo caso di omicidio di massa familiare.

Capita spesso che il soggetto venga aiutato da altri. In questi casi , quando ad agire è più di una persona, è interessante analizzarne la personalità per evidenziare le patologie che hanno trovato o meno amplificazione nella situazione che si sta menzionando.

Cosa succede dopo ?
I momenti successivi all'uccisione dei genitori ( e eventualmente del fratello) vengono vissuti come se non fosse mai accaduto nulla.
L'omicida quindi continua a vivere la sua quotidianità e non parla con nessuno dell'accaduto.
Non per paura di essere scoperto  ma per paura di accettare ciò che ha commesso. Il non parlare indica il voler confermare che non sia accaduto nulla.
Qualche volta capita che l'autore abbia studiato nei grandi dettagli il comportamento da assumere dopo aver commesso il delitto. E' accaduto spesso che gli autori di simili delitti avessero finto di essere estranei all'accaduto e avessero addirittura fatto ipotesi su eventuali responsabili.
Altre volte essi si sono dati alla fuga o hanno addirittura finto di essere morti.

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