Mantovani, nel 1979, ha definito la Criminalistica come “quella particolare tecnica dell’investigazione criminale che studia il complesso dei mezzi, suggeriti dalle varie scienze, per l’accertamento del reato e la scoperta dell’autore ed alla quale appartiene una massa di nozioni di medicina legale, di dattiloscopia, di antropometria, di balistica giudiziaria, di grafometria, di tossicologia forense …..“ in essa, dunque, confluiscono scienze e discipline, autonome ed indipendenti l’una dall’altra, con un comune oggetto di indagine rappresentato dalla scoperta del reato, dell’autore e spesso anche alla individuazione della vittima”.
Con questa premessa ci occuperemo di CRIMINALISTICA che in questa sede sarà considerata e trattata come una scienza, anzi meglio come un corpo dottrinale con nozioni su più campi scientifici, non ancora autonoma, né unitaria, interdisciplinare, ma non multidisciplinare, poiché se è vero che riguarda contemporaneamente più discipline scientifiche, esse sono connesse ed affini tra loro tanto e, necessariamente, da intersecarsi.
La fusione di metodi e tecniche di tali discipline, l’utilizzo di moderni, sofisticati strumenti e procedure, costituiscono quello insieme, mai statico, che definiremo CRIMINALISTICA, in altre parole lo studio delle tracce del delitto, dunque il risalire attraverso queste alla qualificazione del reato ed all’identificazione del reo.
- Trae la sua origine dalla Medicina Legale e dall’Antropologia Criminale, ha avuto il suo definitivo avvio solo negli ultimi quindici anni, con il progresso delle scienze applicate e con l’approvazione e introduzione del nuovo C.P.P. nel 1989, ma nonostante la sua sempre più capillare e puntuale applicazione, l’enorme e recente popolarità dovuta anche ad una certa spettacolarizzazione, si vedano a tal proposito le numerose serie televisive, cinematografiche, nazionali ed estere, ormai con un’eco planetaria, non è ancora possibile parlare di una disciplina autonoma.
- La distingueremo tra biologica e non biologica e, poiché la sua attività più importante è il repertamento, schematicamente, possiamo affermare che essa dall’esame della tipologia del reato può arrivare a definire la tipologia del reo; parallelamente è possibile passare, configurando il diritto penale del reato ad individuare quello dell’autore.
Più che mai possiamo affermare che nella criminalistica l’investigatore cerca il vero, tralasciando ciò che può essere il giusto e, le due operazioni ovvero l’investigazione e la ricerca della prova, sono distinte; gli oggetti, le cose, in una scena del crimine, sono astrattamente da considerare tutti corpi di reato, ma, naturalmente, lo scopo o la finalità con le quali sono stati usati attribuiscono loro questa, definiamola, qualità. Così, possiamo sinteticamente affermare che gli oggetti e le finalità con le quali sono usati creano la Criminalistica.
Dunque dal fatto commesso scaturiscono due processi logici:
-- Quello destinato a risalire all’autore;
-- Quello destinato alla ricerca dei fatti da attribuire all’autore.
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